Molte volte si sente parlare o si legge di persone che hanno dovuto pagare delle penali in caso di recesso anticipato con un qualunque fornitore di luce e gas. Infatti, ci si sente quasi minacciati nel momento in cui si esplicita la volontà di apportare un cambiamento nella propria fornitura domestica o aziendale, e ciò non dovrebbe sussistere trattandosi di un mercato libero. Se è pur vero che quest’ultimo sottintenda una vasta libertà di scelta, d’altro canto è invece opportuno fare attenzione alle penali alle quali si va incontro quando si decide di lasciare l’attuale fornitore. Ma esiste davvero una penale sul recesso anticipato? Cosa si sa a riguardo?
Diritto di ripensamento: come si distingue dalla penale per recesso?
La prima distinzione da fare è tra il diritto di ripensamento e la penale per recesso anticipato. Nel primo caso, ricopre un ruolo cruciale il famoso codice civile che concede ai clienti di poter tornare sui propri passi per recedere il contratto entro un lasso temporale specifico. Tale codice è entrato in vigore a partire dal 13 giugno 2014, e consente ai clienti di rendere nullo l’accordo precedentemente siglato con un operatore entro e non oltre 14 giorni. Per quanto riguarda la rescissione contrattuale anticipata, legata nel caso specifico al settore delle forniture luce e gas, consiste in ben altri procedimenti: di quali si tratta?
Il recesso per cambio fornitore
Prima di addentrarsi nelle operazioni del recesso per cambio fornitore, è bene specificare l’etimologia del fornitore “uscente” e di quello “entrante”. Il primo è da chi l’utente riceve le bollette, il secondo è l’operatore scelto per siglare un nuovo accordo. Il recesso è indissolubilmente legato al cambio, e il fornitore in entrata dovrà comunicare al fornitore uscente dello switch avviato dal cliente in questione.
Siccome si tratta di un mercato libero che sancisce la possibilità per ciascuno di scegliere autonomamente quando e come sottoscrivere un contratto con un qualsiasi fornitore, sono state generate delle delibere – dall’autorità competente – per far sì che nessuna azienda possa imporre al consumatore di dover pagare il recesso. Ciononostante, alcuni fornitori sono riusciti nell’impresa di aggirare le delibere allo scopo di limitare i clienti attraverso dei pagamenti extra in caso di recesso anticipato. Per evitare di riscontrare problematiche di questo tipo, si consiglia di affidarsi ad un operatore luce e gas come Wekiwi, la cui procedura è altamente innovativa.
Penali per recesso camuffate
Per riuscire a evitare l’ostacolo delle delibere, in modo tale da trattenere il più possibile i clienti, le varie aziende di fornitura energetica hanno camuffato le penali per recesso dando loro una forma di promozione o sconto alla firma del contratto. Dunque, si invitano i consumatori a fare particolare attenzione quando siglano un accordo iniziale, poiché le voci relative alle offerte possono in realtà celare significati ben più sinistri e meschini. Infatti, i fornitori per attirare un maggior numero di clienti dispongono per essi dei bonus e degli sconti parecchio suggestivi; purtroppo però, i suddetti sono correlati al tempo di permanenza.
Le offerte all’interno del libero mercato vengono elaborate con lo scopo di sancire un vincolo temporale ai clienti, obbligando loro a rispettare quanto sottoscritto. Al contrario, se un consumatore dovesse decidere di optare per il recesso anticipato andrebbe incontro ad un conguaglio spaventoso: i bonus si annullano per la mancanza di adempimento da parte del cliente verso i termini stabiliti, e una società rivuole indietro ciò che ha dato. Questa metodologia è semplicemente una specie di inganno per cercare di limitare l’intero libero mercato luce e gas, bloccando in qualche modo i clienti attraverso degli sconti attrattivi ma vincolanti da un punto di vista prettamente temporale. La penale per il recesso anticipato non esiste di base, eppure lo storno di una promozione equivale esattamente al medesimo concetto.