Le coltivazioni idroponiche, dopo aver acquisito successo a seguito dell’applicazione della tecnica su larga scala, hanno iniziato a diffondersi anche in ambito domestico e tra chi ha l’hobby del giardinaggio. Quando le si chiama in causa e ci si sofferma in particolare sulle opzioni per l’illuminazione, è naturale sentir parlare delle lampade a LED. Quali sono i loro vantaggi? Scopriamoli assieme nelle prossime righe di questo articolo.
Cosa si intende per coltivazione idroponica?
Prima di entrare nel vivo di tutto quello che riguarda gli aspetti positivi delle lampade led per la coltivazione in idroponica, vediamo di cosa si parla di preciso quando si nomina la suddetta tecnica.
Si tratta di un approccio all’agricoltura – diventato celebre a livello mondiale grazie ad applicazioni su larghissima scala in Israele, Paese pionieristico quando si parla di riduzione del consumo di suolo – che prevede la coltivazione di piante in soluzioni acquose.
Inventata a metà del XIX secolo è, come già detto, ormai entrata nelle case di tantissime persone. Nel momento in cui si parla di consigli per ottenere buoni risultati con i raccolti, l’illuminazione con lampade a LED è una delle alternative più citate. Per quali motivi? Vediamoli nel paragrafo seguente.
Perché scegliere il LED per la coltivazione idroponica
Il primo motivo per cui vale la pena scegliere il LED per coltivare con tecnica idroponica riguarda la questione delle spese energetiche. Rispetto ad altre tipologie di lampadine, tra cui le HPS, si può apprezzare un risparmio in bolletta del 75% circa. Inoltre, essendo i corpi illuminanti caratterizzati da una durata maggiore nel tempo, scegliendo il LED per la propria coltivazione casalinga si contribuisce al mantenimento di un mondo più pulito, riducendo la quantità di rifiuti dispersi nell’ambiente.
Il risparmio economico e l’aspetto sostenibile sono i vantaggi più conosciuti, ma non certo l’unico. Da non dimenticare, per esempio, è il fatto che il LED non emette calore. In questo modo, è possibile avvicinare le piantine ai corpi illuminanti senza il timore che possano bruciarsi.
Si tratta di un aspetto fondamentale nei casi in cui si ha poco spazio a disposizione per le coltivazioni idroponiche.
Come non citare poi la possibilità di illuminare le proprie piantine senza bisogno di ricorrere ad accessori dispendiosi? Il LED, a differenza di altre tipologie di lampadine che richiedono il ricorso ad alimentatori spesso di dimensioni rilevanti, non ha bisogno di tutto ciò.
Sono dei veri e propri prodotti all in, ideali anche per chi, al netto delle necessità di risparmio, è alle prime armi con la coltivazione idroponica e non ha molta confidenza con gli strumenti tecnici.
Esistono dei contro?
La risposta è affermativa: come in tutti i casi, anche in quello dei LED utilizzati per l’illuminazione delle piante coltivate con tecnica idroponica esistono dei contro. Il principale riguarda l’ingente investimento iniziale. Il problema, se così si può definire, è subito risolto nel momento in cui ci si ferma a pensare alla durata. Numeri alla mano, è mediamente compresa tra le 50.000 e le 100.000 ore. Si tratta quindi di più del triplo delle lampade HPS.
Come già detto, i LED generano pochissimo calore (il livello è praticamente nullo, motivo per cui, a differenza di quanto accade con le HPS, non è necessario ricorrere a procedimenti di estrazione dell’aria).
In ambienti in cui la temperatura non è alta, però, la ridotta generazione di calore può rivelarsi un fattore critico.
Anche se le HPS hanno diverse caratteristiche positive – tra le quali uno spettro luminoso particolarmente adatto alle fasi di fioritura nonché il costo iniziale più basso – l’orientamento generale vede sempre di più in primo piano i LED. Sceglierli permette, per esempio, di optare per varianti innovative perfette per le piante autofiorenti, che crescono in maniera estremamente rapida.