Quando si parla di indicatori di livello, si fa riferimento a strumentazioni che vengono impiegate per poter misurare visivamente in maniera precisa e continua un determinato liquido che è conservato all’interno di un apposito serbatoio o altro contenitore.
Interessante mettere in evidenza come gli indicatori di livello per olio possono essere facilmente applicati su dei serbatoi aperti, così come su dei serbatoi che si trovano in pressione. Non solo, dal momento che si possono facilmente collocare pure sulla porzione più alta dei serbatoi che vengono installati all’interno del terreno. In commercio si possono trovare le più disparate tipologie, in grado di soddisfare esigenze di vario tipo: l’obiettivo principale è quello di individuare sempre e comunque la soluzione più adatta a quelle che sono le proprie necessità pratiche ed effettive.
L’importanza di avere degli indicatori di livello funzionanti
In ogni impianto industriale che si rispetti non può ovviamente mancare anche una serie di indicatori di livello. Si tratta di strumenti che fanno la differenza non solo dal punto di vista della sicurezza, ma anche per via del fatto che vanno a scongiurare il raggiungimento di livelli eccessivamente elevati oppure che si mantengono troppo bassi di liquido. In caso contrario, ecco che si possono creare dei guasti e altre problematiche che andrebbero a mettere notevolmente in difficoltà il normale funzionamento dell’impianto.
Le varie tipologie di indicatori industriali
Sul mercato ci sono varie tipologie di indicatori, che variano in base al principio fisico che utilizzano per quanto riguarda la misurazione del livello di fluido presente nel contenitore. Quindi, individuiamo quelle che sono le tre categorie principali, ovvero indicatori conduttivi, indicatori a ultrasuoni e sensori idrostatici.
Gli indicatori dotati di sensori idrostatici si caratterizzano per essere realizzati basandosi su quella che viene chiamata legge di Stevino, in base alla quale un liquido è in grado di produrre, in relazione al peso specifico e alla forza di gravità, una forza-peso che cresce in misura proporzionale rispetto al livello di riempimento. È giusto mettere in evidenza come si tratti di una tipologia di sensore che non viene condizionato in alcun modo da schiume piuttosto che depositi e altre caratteristiche del liquido. Come funziona il sensore? Molto semplicemente, dal momento che riesce a leggere e studiare la pressione che si trova proprio sul fondo del serbatoio e, sfruttando la densità che caratterizza il fluido, riesce anche ad effettuare un calcolo preciso circa il livello di riempimento.
Gli indicatori di livello conduttivi
Si tratta di particolari sensori che si basano sulla conducibilità del liquido. Di conseguenza, è facile intuire come possano essere impiegati solo ed esclusivamente con dei fluidi che sono conduttori dal punto di vista elettrico. È giusto sottolineare anche come rischi legati a incrostazioni oppure a formazioni di sporcizia all’interno del contenitore, di solito non vanno in alcun modo a intaccare la funzionalità e la precisione delle sonde.
Le sonde di questo tipo di indicatori sono caratterizzate dalla presenza di varie aste, che differiscono in base chiaramente al livello che si ha la necessità di misurare. A queste aste viene applicata una tensione alternata ridotta. Il sistema elettrico parte dalle punte conduttrici delle aste e, scorrendo nel liquido elettricamente conduttore, arriva fino all’elettrodo preso come punto di riferimento, ovvero quella che viene chiamata in gergo asta di terra.
Poiché il livello del liquido finisce al di sotto rispetto alla soglia indicata dall’asta, ecco che il circuito elettrico in questione si blocca subito. Tramite sempre un percorso elettronico, si procede alla rilevazione di due stati ben definiti, ovvero il flusso di corrente e il flusso di corrente interrotto. È questo l’elemento che viene preso come punto di riferimento per comprendere se il livello supera o meno l’asta scelta in partenza.